Perdere una persona cara

Perdere una persona cara

Perdere una persona cara è un dramma che purtroppo accomuna ogni essere umano nato su questa Terra. Studi autorevoli nel campo della psicologia hanno sentenziato da tempo come l’esperienza del lutto sia al primo posto tra gli eventi più stressanti che possono coinvolgere una vita umana. Analizzare cosa accade alla nostra psiche e, di conseguenza, al nostro corpo quando qualcuno che amiamo improvvisamente giunge alla fine della sua esistenza è una questione molto complicata.

Il lutto non è però un’esperienza di vita solo connessa alla morte ma anche all’allontanamento di chi amiamo, questo non dipendente dalla nostra volontà. Che cosa aiuta un individuo a reggere questo dolore  lancinate, a superarlo e ad andare avanti? E se un lutto non si riesce a superare perché accade questo? Perché non si compie il processo? Scopriamo l’argomento in maniera approfondita in questo articolo.

L’esperienza del lutto

Quando ci si riferisce all’esperienza del lutto significa trovarsi di fronte ad una perdita in ambito affettivo. Ma attenzione: con il termine lutto non si intende in via esclusiva la morte fisica di un affetto  ma anche una condizione in cui una persona che amiamo ci lascia e si allontana da noi in maniera definitiva. Che sia la morte di un congiunto ma anche una rottura sentimentale non di nostra decisione, ci troviamo ad affrontare un dolore, di cui varia l’intensità. I sentimenti suscitati dalla perdita si esprimono in una sorta di turbinio di emozioni molto diverse tra loro: tristezza, rabbia, pena, rimpianto, vuoto, abbandono. Le emozioni ci travolgono lasciandoci sopraffatti, alcune se ne vanno, altre restano. E, in alcuni casi, il dolore ci riporta alla mente un passato di sofferenza.

Elaborare il lutto 

Elaborare il lutto vuol dire iniziare un percorso di comprensione della perdita il cui ultimo fine è la nostra riabilitazione interiore. Elaborare una perdita è un processo che porta al recupero della fiducia nel legame con il prossimo indipendentemente da una nuova possibilità di distacco o di morte. Generalmente l’elaborazione del lutto conta 5 fasi primarie:

  1. La negazione: in questa fase chi subisce il lutto nega con tutte le sue forze la perdita percependo una sorta di distacco dalla realtà come l’essere all’interno di un sogno. Si tratta di un meccanismo di protezione attivato dal cervello per evitare la comparsa di emozioni destabilizzanti;
  2. La rabbia: in questa fase si esprime tutto il disappunto, anche in maniera violenta, per la realtà dell’esperienza di lutto. Sentiamo come ingiusto ciò che ci è accaduto, ci arrabbiamo, proviamo desiderio di rivalsa o di vendetta anche nei confronti di un evento astratto;
  3. La contrattazione: in questa fase veniamo a patto con noi stessi e con gli altri. La rabbia inizia ad essere sempre più debole ed emozioni contraddittorie si fanno preda del nostro animo. Ci sentiamo come su un dondolo, in balia di forte tristezza ma anche di un barlume di speranza;
  4. La depressione: questa è la fase che corrisponde al momento della reale presa di coscienza del lutto, il momento dei ricordi e della disperazione per il dato di fatto dell’assenza. Lo sconforto e la disperazione qui sono i padroni delle nostre emozioni;
  5. L’accettazione: La quinta e ultima fase dell’elaborazione del lutto è quella del dare senso a ciò che è accaduto, è l’accettazione dell’evento. Rabbia e depressione possono ancora fare la loro comparsa ma con un’intensità più moderata.

Il lutto patologico

L’esperienza del lutto, come abbiamo detto nell’introduzione a questo articolo, accomuna ogni individuo esistente sulla Terra. Le sue fasi di elaborazione e di comprensione sono processi normali della vita e della psiche di un individuo e non patologici. All’opposto possiamo parlare di lutto patologico quando chi subisce la perdita non evolve, non progredisce verso la comprensione di ciò che è accaduto ma il suo percorso sembra rallentato o quasi bloccato in una fase precedente. Non è un caso raro assistere a esempi di persone la cui emotività, mista di dolore e rabbia per la perdita di una persona cara, sembra non risalire alla superficie, sembra non venire alla luce, non permeare la coscienza.

Queste persone sembra che stiano bene, che quasi non soffrano, non vediamo il loro viso rigato dalle lacrime della tristezza e del dolore. Ci sono poi altri casi in cui le persone che hanno subito un lutto sono consumate da forti sentimenti  di rabbia e di desiderio di vendetta, che prendono il sopravvento su qualsiasi altra emozione dell’animo umano per cui bloccano questa persona in un limbo, che impedisce di salvare il senso del legame con ciò che si è estinto e, di conseguenza, di recuperare la fiducia nel futuro.

Questi in particolare possono essere considerati i casi in cui un supporto psicologico sia l’aiuto meglio indicato per superare nel modo migliore il dolore della perdita, percepito come insopportabile.

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Ciao sono Cristian di Agenzia di Rosario
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