Decesso in ospedale: come funziona e come muoversi

Decesso in ospedale

Quando avviene un decesso in ospedale, le persone incaricate di occuparsi della salma (generalmente i famigliari), hanno bisogno innanzitutto di chiarezza. Spesso le procedure legate alla morte in ospedale tendono a essere contraddittorie, variando in base alla fonte. Per questo motivo è importante conoscere e sapere tutto ciò che riguarda questa evenienza, in modo da essere il più preparati possibile ed esaurire tutte le pratiche nel modo meno problematico possibile. Nelle prossime righe cercheremo quindi di fare chiarezza su come muoversi in caso di morte in ospedale, sia per quanto riguarda l’aspetto pratico che per quanto riguarda gli adempimenti legati al decesso in ospedale: comunicazione INPS e quant’altro.

La procedura in caso di decesso in ospedale

Quando avviene una morte in ospedale, casa di cura, clinica o altra struttura sanitaria, il personale medico è tenuto a osservare uno stretto protocollo. Come prima cosa, infatti, la salma deve rimanere per almeno due ore nel luogo del decesso, ovvero nel reparto in cui si trovava al momento della morte. In questo modo i sanitari potranno procedere a tutte le analisi e le valutazioni del caso e alla constatazione del decesso, che include anche la data e l’ora precisa.

Espletata questa prima fase, il medico necroscopico viene autorizzato dalla struttura (ospedale, clinica e così via) a realizzare e sottoscrivere un certificato. In alcuni casi, il medico può scegliere di effettuare anche un tanatogramma. Si tratta di un elettrocardiogramma della durata di circa venti minuti, che viene portato avanti in modo continuativo. Il suo scopo è quello di registrare, e quindi certificare, l’assenza di battito cardiaco.

Durante questa fase le uniche persone ammesse al cospetto della salma sono il personale sanitario e, in determinate situazioni, i famigliari della vittima. Ovviamente, nel corso dell’ultimo anno e dello scorso 2020 le procedure relative alla morte in ospedale hanno subito delle modifiche. 

Il decesso in ospedale in tempo di Covid-19

Come accennato, a causa della pandemia mondiale da Covid-19 alcune procedure sanitarie relative alla morte in ospedale hanno subito, per ovvie ragioni, delle modifiche. Al fine di contrastare la diffusione del virus, infatti, sono stati adottati degli accorgimenti adottati in tutta la nazione. 

Innanzitutto è stato disposto che il personale sanitario deve manipolare e/o entrare in contatto il meno possibile con la salma. Allo stesso modo, i parenti (così come conviventi e altre persone vicine alla vittima) non possono essere presenti durante le diverse fasi. 

In caso di decesso in ospedale, quindi, i parenti non possono essere presenti come invece poteva verificarsi in passato in alcuni casi durante vestizione del defunto, tanatocosmesi, trattamenti di lavaggio, estetici (taglio delle unghie, delle barba, dei capelli e così via) o conservativi di qualsiasi natura. Queste accortezze, infatti, sono state temporaneamente eliminate per ragioni di sicurezza. 

Generalmente, in base alle disposizioni vigenti per minimizzare il rischio di contagio, la salma viene avvolta in un lenzuolo imbevuto di soluzione disinfettante alcolica e poi inserita in un sacco di recupero monouso impermeabile. 

Solo in questo momento possono entrare le agenzie funebri scelte dai famigliari. Le imprese funebri devono essere precedentemente accreditate e autorizzate presso la struttura. Assicuratevi, quindi, che l’agenzia funebre scelta possa effettivamente adempiere alle sue funzioni nel rispetto delle normative in vigore. 

Non tutti sanno che però una specifica legge vieta espressamente al personale sanitario di dare suggerimenti circa quale agenzia funebre incaricare.  Dopodiché, viene inserita nella cassa da parte dello stesso personale autorizzato delle imprese funebri accreditate. Il cadavere non può quindi essere vestito né preparato, ma viene inserito nel sacco e poi nella cassa in modo da evitare ogni manipolazione e contatto

Camera ardente e Covid

Dopo 24 ore dalla constatazione della morte, la salma può essere trasferita alla camera mortuaria e ardente. Al contrario di quanto avveniva in precedenza, per il momento le disposizioni vigenti relative al Coronavirus prevedono che la cassa contenente la salma non può essere esposta né aperta. Il feretro deve essere infatti chiuso non appena vengono conclusi tutti gli adempimenti previsti dalla legge. 

I famigliari e i congiunti non possono sostare nella saletta della camera ardente e, quindi, allo stesso modo non possono tenere una veglia per il defunto presso lo stesso luogo. L’ultimo saluto è concesso solo a cassa chiusa, per pochi minuti e per una sola persona per defunto. 

Tumulazione e partenza del feretro in caso di decesso in ospedale

Una volta arrivato il momento di trasferire il feretro dall’ospedale al luogo di sepoltura, possono essere presenti un massimo di cinque famigliari. Questi dovranno in ogni caso mantenere la distanza di sicurezza e indossare i dispositivi di protezione individuale come previsti dalle normative e procedure sanitarie vigenti (mascherina). 

In precedenza il feretro poteva essere diretto verso la chiesa di appartenenza per la celebrazione del funerale. Se le disposizioni al momento del decesso lo permettono, si può celebrare il funerale in forma ristretta. In caso di lockdown o di zona rossa, invece, il funerale non può essere celebrato. Il feretro, in questo caso, verrà trasportato direttamente verso il luogo di sepoltura e/o crematorio. 

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