Perdere un genitore

Perdere un genitore

La pandemia da Covid-19 ha messo moltissime persone di fronte al dolore. Da oltre un anno oramai siamo documentati sulle milioni di morti causate dalla pandemia. E molti di noi hanno sicuramente subito delle gravi mancanze, riferite alla perdita di un genitore anziano, cui a causa del Covid è mancato l’abbraccio finale nell’ultima fermata del viaggio della vita.

A causa delle disposizioni governative per il contenimento dell’infezione da Covid-19, molti figli non hanno potuto essere vicini ai loro cari in fin di vita a causa delle compicazioni  del virus per cui è venuto meno il rito collettivo dell’ultimo saluto a fine vita. I funerali sono stati bloccati, ora ridimensionati.

Ma il dolore per un genitore anziano scomparso a causa del Covid è rimasto. I genitori sono tra le persone più care a riguardo del panorama affettivo di un individuo e del suo bagaglio di affetti. I genitori sono in assoluto il primo affetto di ogni persona, la relazione più antica mai costruita. La vita mette ognuno di noi di fronte all’inevitabile perdita dei genitori ma quando ciò avviene da adulti si resta sorpresi dall’entità del turbamento, dalla complessità delle emozioni che nascono davanti a questa perdita. Shock, dolore, intorpidimento, rabbia, sensi di colpa: i sentimenti che si vivono sono tanti, ci sommergono, ci assalgono creando confusione e stress. Queste emozioni non fluiscono liberamente ma rimangono sotto il peso degli impegni dell’età adulta, della routine quotidiana. Per cui il processo di elaborazione del lutto diventa lento e doloroso.

La morte del padre e della madre 

Per ogni individuo la morte del padre e della madre rappresenta una perdita significativa. La morte dei genitori è la perdita di una parte della nostra storia e delle nostre radici. Con l’assenza finale del padre o della madre perdiamo un confidente, un legame affettivo storico. Dopo la morte di un genitore ci si può sentire come un bambino abbandonato anche se si è persone adulte. La morte di un genitore ci fa riflettere sulla vita e sulla morte stessa.

Effetti sulle relazioni

Un lutto in famiglia può portare i congiunti a sentirsi più vicini, a darsi reciproco sostegno. Può anche però avere l’effetto opposto ossia creare tensioni e difficoltà in casa. Ciò che cambia è poi il nostro rapporto con il genitore superstite. D’improvviso ci troviamo di fronte a un singolo, che non conosciamo più attraverso la coppia, tramite la mediazione dell’altro. Con il genitore vedovo si apre una nuova relazione, a volte anche difficoltosa in maniera particolare.

Perdere un genitore anziano quando a propria volta si è anziani

Perdere un genitore anziano quando a propria volta si è anziani succede spesso a causa dell’innalzarsi dell’età e dell’aspettativa media di vita. A un certo punto si diventa genitori dei propri genitori, con le responsabilità dell’accudimento, con i ruoli di un tempo invertiti. In alcuni casi la morte può essere preceduta da una lunga malattia e sentita come un sollievo, dopo tanta dedizione e grande affetto ma anche tra sentimenti contrastanti nati dalla rabbia, dall’impotenza nei confronti della malattia e dalla stanchezza.

Ma inevitabile è l’insorgere di rimorsi e di sensi di colpa insieme a emozioni di rabbia, dolore, tristezza. Ci si deve quindi adattare a una nuova vita nella quale il genitore che ci ha accompagnato per lungo tempo non c’è più. Si può piombare d’improvviso in uno stato confusionale, in un vortice, assaliti da dubbi sul senso del domani. Con la morte si spezza quel legame indissolubile tra genitore e figlio, il dolore è sordo, devastante, continuo, impietoso, conivolge l’animo e gli organi vitali, fa mancare il respiro. Rassegnarsi all’inevitabile è arduo e ci si sente soli. La morte di un genitore anziano vissuta da un figlio adulto o anch’esso anziano, lascia nel profondo un grande freddo. Anche una morte annunciata, desiderata con liberazione, quando arriva lascia smarrimento e incredulità. 

Il dolore non ha età

Il dolore non ha età. Anche nel caso di perdita dei genitori anziani subita da figli anch’essi anziani, l’inizio del confronto con la sofferenza per l’inevitabile assenza è faticoso. L’irreversibilità della morte ci fa sentire impotenti di fronte a essa. Non si può tornare indietro e la persona cui eravamo legati dal sangue non può più proseguire il suo cammino.

Non c’è più, non la rivedremo più. Il dolore arriva a ondate, a tradimento. L’esperienza della morte genitoriale ci riempie di sensi di colpa. Queste emozioni sono sempre in agguato. Perdonare se stessi è complicato, essere indulgenti è difficile, accettare i propri limiti, le proprie fragilità, le proprie debolezze sembra impossibile. Il cammino prosegue con una mancanza al proprio fianco, anche se si è grandi, anche se si è consapevoli. Solo il tempo lenisce il dolore che l’esperienza della morte fa percepire così miserabile e solitario.

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Ciao sono Cristian di Agenzia di Rosario
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